giovedì 31 marzo 2011

derby, lo so che sapete come finisce!

Allora allora allora. Se ne vanno dicendo – ma davvero – di tutti i colori.
E prima Leonardo non avrebbe voluto la pausa nazionali, per paura che gli si raffreddi la preda.
E poi De Laurentiis va dal cardinale che gli dice che nel derby è pareggio e il Napoli si scudetta.
E ancora Galliani che spiega che il derby non decide il tricolore (paura eh!).
In tutto questo, ci hanno ripetutamente marciato sui testicoli con la questione Ibrahimovic (per non perdere il vizio il sobrio svedese ha preso a calci pure i compagni di nazionale) che non ci sarà e oggi Boateng ha fatto capire che le ha piene anche lui e che il lungagnone che si distingue per modestia (o era il naso?) non gli mancherà poi molto.
Lasciamoli parlare di Balotelli al Milan – aumenterebbe il tasso di galanteria dello spogliatoio, il giovanotto – e di Sanchez all'Inter.
Noi sondaggiamo!

martedì 22 marzo 2011

giretto anglo-spagnolo

Alzando lo sguardo oltreconfine, là dove il pallone lo giocano per davvero, sorge un doveroso moto di scuse per non aver ancora porto i migliori auguri a Eric Abidal che – faccenda nient'affatto usuale nel patine calciaro – sta attraversando una storia seria. L'operazione subita per asportare il tumore al fegato è riuscita, tutti gli manifestano una giusta vicinanza, auguri di nuovo.

E proprio perché siamo in Spagna, cominciamo da qui. Quando il Barça correva tre volte in più degli ospiti del Getafe, Mourinho aveva già capito che di lì a poco avrebbe dovuto vincere il derby, per tenere il passo. Infatti i blau-grana, dominando, erano 2-0 a un soffio dalla fine e il golletto subito non cambiava granché nella riuscita dedica ad Abidal.

abbracciami, sono un figo
Mentre quelli di Guardiola entravano in doccia, i blancos calcavano il prato rivale per quanto concittadino del Vicente Calderon. Erano i colchoneros di Sergio Agüero a voler azzoppare definitivamente i Reali nella corsa alla Liga. Ma Mesut Özil, gente, è davvero fortissimo.

lunedì 21 marzo 2011

senza gol non vinci, ve l'avevano detto?

«scudetto? ma de 'he»
Dice l'eleganza e lo stile non li insegni. Io, per me, non ne so granché – sia di essi sia della loro trasferibilità – ma mi stupisce sempre come la loro rapidità di dispersione si riveli direttamente proporzionale all'altezza delle fiamme appena sotto il posteriore di chi li esercita. Essendo che l'Inter (e il Napoli ma, per misteriose presunzioni in Via Turati non si sono accorti del mare del golfo che cresce) è ufficialmente a distanza per azzannare, la società va lamentando una disparità di giudizio tra i gesti di Ibra contro il Bari e di Pazzini, ieri, contro l'altra pugliese. La doma tra spalla e braccio è valsa un gol a svantaggio del Lecce, ma mi chiedo se la capolista (Allegri ne è ancora fiero, gli spiegassero che non vale granché, adesso) vagheggi davvero deliri del tipo che:

venerdì 18 marzo 2011

i tre circoli calcistici

Dovete sapere che, nell'intimità della mia cameretta, quando trascino l'abat-jour sotto le coperte per sentirmi un po' più piccolo dei miei nove anni compiuti, ho un sistema tutto mio per fare il punto sulla stagione calcionaia.
In buona sostanza, distinguo tra Calcio (quello dei calciatori), Calci (proprio i calcioni) e Calciari (cazzari applicati al pallone, i calci-attori). 
Le vicende recenti hanno iscritto ai tre circoli dei membri nient'affatto banali e per vicende ancor meno noiose.

«azz... quasi la prendi eh...»
Presidente del primo club è, attualmente, un signore che risponde al nome di Samuel Eto'o. Abbiamo già trattato del perché il Re Leone meriti lo scranno ma, dopo il mercoledì nerazzurro all'Allianz Arena, il titolo di impiegato del mese gli spetta di diritto. Il numero nove fa sfoggio di umiltà, leadership, geniale talento e una manciata di altre emanazioni proibite alle parole; quando capisce che aver segnato in due minuti non è abbastanza per convincere gli dei, sforna due assist inverosimili. Il primo lo insacca un altro iscritto al primo club, Wesley l'Oranje. Del secondo, diremo poi.

giovedì 17 marzo 2011

sorteggio di champions. chi volete?












Il sondaggione pre-sorteggio di champions!
Ovviamente aperto anche e soprattutto ai non interisti...


Chi volete ai quarti per l'Inter?

martedì 15 marzo 2011

c'è ancora della liga. (e intanto, oltremanica...)

Povero Arsène Wenger. Da anni si accomoda sulla panca dell'Arsenal, era già un idolo per i suoi tifosi quando l'alloggio dei Gunners era ancora a Highbury e la sua aura mitologica non ha certo perso di intensità col passaggio all'Emirates Stadium. Propugna sempre l'onorevole politica di mandare in campo i giovani e i giovanissimi e questi lo ripagano sempre con entusiasmo e bel gioco. Ma i trofei, quelli, se li prendono gli altri: Chelsea, Liverpool nelle Champions di qualche anno fa, e il solito Man Utd. di Ferguson.

je darei 'na pizza 'n faccia...
Già, il solito Manchester. L'Arsenal, tre settimane fa, era in corsa su tutti i fronti. Poi il Birmingham City gli ha soffiato la Carling Cup in finale; un istante dopo i Wenger Boys pareggiavano col Sunderland e fallivano l'occasione di soffiare due punti ai Devils, capiclasse in Premier, che perdevano dal Liverpool; ancora pochi giorni e il mago Lionel ribaltava il due a uno londinese e il Barça eliminava Arsène pure dalla Champions; infine, l'FA Cup. È il trofeo più antico nel mondo del calcio, emana un'essenza che profuma di tradizione e divinità pallonare e ogni sfida, per quella coppa, è qualcosa di fascinoso: se poi sono di nuovo Arsenal e Manchester United a giocarsi un posto in semifinale, il biglietto è già ripagato.

lunedì 14 marzo 2011

occasioni perse a metà tra la colazione e il pranzo

Durante un brunch – e cosa, vengo a insegnarlo a voi? – c'è quel misto di dolcezza e asprezza, quella morbida commistione di coccola al palato e di stimoli salati che è più o meno lo stesso che metterci un po' di più ad alzarsi dal letto e poi trascinarsi il risveglio parecchio in là nel pomeriggio. È per questo motivo che il brunch si fa di domenica, perché nessuno – a parte il parroco, al limite – si sognerebbe di rimproverarci se impieghiamo ore a diventare operativi e se ci concediamo capricci sonnacchiosi senza pensarci troppo. Ecco, questa faccenda di giocare al pallone al momento del brunch è stata presa con un tantino di aderenza alla lettera in più del dovuto, dal Milan.

Venghino signori veRghino...
Nella stessa girata tra le coperte con cui i rossoneri hanno salutato la Champions, un tempo acquario dove sguazzavano naturalmente, gli stessi sono riusciti nell'impresa di fallire una mazzata che tramortisse il campionato proprio quando ospitavano l'ultima in classifica, il Bari che parla già di "chiudere con dignità".

domenica 13 marzo 2011

brescia, inter, juve e giaccherini

l'Airone!
Quindi quindi... era giovedì mattina (o venerdì? Mi servirebbe un iPad) quando il CorSera mi sfacciava a pagina intera un'intervista a Giampaolo Pazzini. Ah, tra l'altro: in un box basso nella pagina opposta Alberto Costa doveva aver letto le nostre righe recenti, viste le tesi sulla modestia del Milan giocante e sull'atteggiamento societario post radiazione dalla Coppona; bravo Costa che propone delle idee non allineate (direi coraggioso, ma parliamo di pallone e in più lavora al Corriere da che io ricordi, quindi che mi rischia?). Ma si diceva del Pazzo.

Cioè, in realtà era lui a dire: proclami sulle dieci partite da vincere per poi fare i conti con i cugini, e via andare di complimenti ai compagni e felicitazioni indistinte. Però venerdì sera, poi, lui e i complimentati li ho ritrovati a Brescia. E in vantaggio, anche se non era stato il Pazzo a scegliere così ma quell'altro nove che, com'è come non è, son più le volte che lo vedi tirare una palla in porta che quelle che respira.

giovedì 10 marzo 2011

fuori tre... mica malissimo

«Non sempre vince il migliore» dice. E in Europa non vince mai... com'è?
Scusi Maestro Adriano, posso andare col De Profundis, ora?

Facciamo a capirci: tutti sono già lì a dirmi che il Milan esce dalla Champions League a testa alta. Lo stesso Galliani di cui sopra ricorda – e non si capisce come possa essere un titolo di giustificazione – che negli ultimi dieci anni la Coppa orecchiona si è vista alzata due volte (sommando quella dell'Inter fa tre e vorrebbe raccontarci che il calcio italiano è ancora bello pimpante). Allegri mi informa che questa uscita dall'Europa gli dà carica (hariha) e fiducia per il campionato. Ibra e soci salmodiano che hanno dato il massimo ed è mancato solo il gol.

È evidente che c'è qualcosa che mi sfugge, però. Del resto, a mio (im)modestissimo modo di vedere, delle due, l'una: 

mercoledì 9 marzo 2011

estasi messi-anica e sondaggio londinese

la ri-Montella io no, io no!
Prima di tutto: bravi, nel sondaggio di ieri avete azzeccato il passaggio dello Shakhtar... ma nessuno aveva intuito il disastro Roma.
Quindi, andiamo con il sondaggio su stasera: come andrà a Londra?

Tottenham - Milan?


E infine, piccolo regalo per chi non lo avesse ancora visto, il gol di una bellezza dolorosa della Pulce. Per conto mio, l'arbitro anziché fischiare la fine del primo tempo doveva chiudere la partita in virtù di una manifestazione del divino...

martedì 8 marzo 2011

Il sondaggione pan-europeo che nemmeno mannheimer

Allora, visto che vi piace fare i guasconi e andare in giro a spargere felucche vendendole per opinioni di esperti... adesso mi dite come finisce stasera e se la Roma riuscirà la ri-Montella in Ucraina!

Il sondaggio lo trovate qui sotto e in alto a destra nella pagina, poi io invio i risultati direttamente sul Blackberry di Mexes, appena finito il riscaldamento. O appena spenta la stufetta.
A posto.

Shakhtar - Roma, Rimontella?


Quindi passa lo shakhtar... vediamo, vediamo!

lunedì 7 marzo 2011

Tutto un calderone: Italia, Spagna e pure Inglaterra

Allora, è successo di tutto e alla fine non è successo quasi niente. A questo giro, mi sa che me ne frego un po' di serie A o Liga o. Facciamo che ci diciamo tutto in faccia una volta per tutte e poi amici come prima:

La vicenda sabatina di Torino direi che l'abbiamo già anche troppo macinata, lasciamo in pace la moribonda Madama. E del fatto che la Roma abbia vinto a Lecce, francamente... Invece mi sembra ben più interessante che ieri – oltre al ritmo da retrocessione della Samp – si sia vista la mano di Leonardo per la prima vera volta. In due mesi ha conquistato lo spogliatoio e la sculacciata al Genoa, che si poteva mettere in conto, è una conferma del suo comando più per come è maturata che per i tre punti. 

Quel bel fìolo di Leonardo
L'Inter ortodossa, quella con due punte e Sneijder, trotterellava, si lasciava prendere un po' in giro dai grifoni e l'argentino ex-Boca Juniors Palacio faceva pure uno. Nello spogliatoio Leo, cui non pare vero di essere sotto in casa (si badi, dico per l'opportunità, mica per la delusione), la mette giù semplice: o dentro una punta, tutti avanti e ne facciamo un sacco e una sporta, oppure si perde, vedete? Ai pretoriani – soprattutto agli argentini, che a farsi fregare da un conterraneo mica si piegano – non può sovvenire obiezione alcuna, l'Inter scende con schieramento brasiliano e ci mette un paio di respiri a ribaltare gli altri undici e la partita. Oddìo, il fatto di avere quel tipo con la maglia numero 9 là davanti, poi, aiuta piuttosto anzichenò, se il gioco è quello in cui vince chi la butta dentro una volta di più.

domenica 6 marzo 2011

Immagini da Juve Milan

Tre delicatissimi che neanche un conte
Mentre la squadra attualmente più deprimente della Serie A, dico la Samp, si fa prendere a schiaffi al Ferraris da un'altra ghenga non esattamente tra quelle che ti stravolgono, dico il Cesena, tornano agli occhi alcuni fotogrammi da ieri sera.
Prima di tutto, c'è un guascone che passeggia per il prato con lo zainetto, nemmeno fosse il picnic di pasquetta: sorride, l'omino (avrà fatto da filtro a un po' di alcol?), mentre gli stewards lo braccano, giacché non è che proprio proprio dovrebbe starsene lì in mezzo. Didascalia: insolente nel solenne minuto silente. 
C'è Cassano che fa uno slalom speciale tra i paletti vestiti di bianco e di nero, magheggiando un trattamento della sfera misterico. Ma il suo sinistro, pigro quasi quanto Chiellini & Co. nel rincorrerlo, vola dalle parti dei Murazzi. E di Cassano la partita non mostra più nulla. Didascalia: Bari vecchia non è Salento e io sì, so' lento, ma lo stesso mica mi pigliate e ora la sparo 'azz... al vento!

venerdì 4 marzo 2011

il real ne fa 7 ma resta a meno 7

Mica che i turni infrasettimanali ce li abbiamo solo noi, malpensanti che siete! No, pure iberica attitudine mi è lo stralciare il campionato dalla sua storica collocazione finesettimanina. E non è che sempre te lo aspetti.

Sei lì che ti rilassi e pensi "toh, 'sta settimana niente Champions, mercoledì sera mi leggo Melissa P. che mi manca quel capitolo che si spazzola" e invece facendo del sano zapping di sottofondo mica ti vedi Lionel Messi che caracolla a parecchi chilometri orari sopra la media in direzione della porta? Con la palla, neanche ve lo dico. Quel che rende la vicenda da strabuzzare i visivi organi è che, quando pensate già – tu e tutto il Mestalla di Valencia – che l'esito naturale del fatto sia un morbido accomodarsi della palla in fondo alla rete, il dieci catalano mica ti inventa un pallonetto che si va sì a sdraiare ma nella parte esterna della porta? E fosse solo questo!

giovedì 3 marzo 2011

la natura del gol

questo pezzo lo trovate anche su La Civetta di marzo...

È il 9 marzo 1997. Un ragazzino manda intorno i suoi occhi piccoli e acuti e si sta chiedendo come festeggerà il suo sedicesimo compleanno, proprio domani. Poi sorride, mentre le note dell’inno nazionale riempiono l’aria e lui, guardando proprio lì accanto a sé, vede una fila di uomini in maglia verde, schierati su un prato verde anch’esso. Quando l’arbitro fischia e la folla fa sentire le sue grida entusiaste, quando la sfera di cuoio tocca per la prima volta il suo piede destro, Samuel Fils Eto’o capisce che miglior regalo di un esordio in nazionale non avrebbe potuto immaginarlo.

Samuel Eto’o è un attaccante semplicemente perfetto. Elencare le sue qualità è un esercizio che non può non scadere nella banalità e, per di più, rischia seriamente di non terminare mai. Quello che trascende il potere delle parole, nel centravanti interista, è la naturalità ferina con cui si rapporta al senso del gioco: per Eto’o la questione, in linea di massima piuttosto centrale nel calcio, del mettere la palla nella porta degli altri è una faccenda affine, quanto a normalità, all’usare le gambe per camminare. Diciamo che per Eto’o, il gol, semplicemente si fa.

mercoledì 2 marzo 2011

mourinho... tutto bene eh, ma... invidiosetto?

Avete notato che, mentre la squadra più spettacolare del mondo continua a tessere la tela perfetta che le farà vincere il primo premio al concorso Liga, non si fa comunque altro che parlare di Mourinho?

Guardiola non sa quasi più nessuno chi sia, eppure era il ragazzo prodigio delle panchine mondiali e, potrei sbagliarmi rimirando la lista, ma direi che è il tecnico della prima in alto, no? Il fatto è che non parla. Pep sta zitto e, forse perché Ibra possa continuare a chiamarlo filosofo, prosegue la lettura assorta del suo romanzo preferito: Tre uomini in Barça, dove il terzetto in questione è quello del Balòn de Oro, il M.I.X. (Messi Iniesta Xavi) perfetto per triplare il trionfo nazionale. Questa sera gli inquilini del Camp Nou ospitano il Valencia, dopo essersi fatti una gita isolana a Palma e aver vinto “solo” 3-0, un filo sotto la media stagionale dei gol segnati.

martedì 1 marzo 2011

pato nell'88 nemmeno era nato. per dire.


Ok, avete fatto partire il video? Adesso non prendetevela con me, una settimana a tirar per aria paragoni con il 1988 e le sfide tra Milan e Napoli, Gullit e Maradona e compagnia bella, e alla fine era giusto che vi fosse ricordato che questo passava l'88. Gimmi faiv, olràigt e via andare.

I primi quarantacinque minuti della nottata sansirese dovrebbero averci fatto morire in gola tutta quella suggestione di farne una vicenda lunga 23 anni. Di fronte alle glorie di quegli anni, all'epos che solleva solo vederne la grana di un fotogramma, lo scempio del primo tempo di Milan-Napoli 28 febbraio 2011 è una resa, da parte della serie A, del tanto sventolato blasone di "campionato più bello del mondo". Che, peraltro, nei 90s è diventato "ok magari non il più bello ma certamente il più difficile". E adesso non è un bel nulla. Ma anche basta con l'andazzo stile ah i bei tempi andati. Adesso c'è Pato.