Povero Arsène Wenger. Da anni si accomoda sulla panca dell'Arsenal, era già un idolo per i suoi tifosi quando l'alloggio dei Gunners era ancora a Highbury e la sua aura mitologica non ha certo perso di intensità col passaggio all'Emirates Stadium. Propugna sempre l'onorevole politica di mandare in campo i giovani e i giovanissimi e questi lo ripagano sempre con entusiasmo e bel gioco. Ma i trofei, quelli, se li prendono gli altri: Chelsea, Liverpool nelle Champions di qualche anno fa, e il solito Man Utd. di Ferguson.
je darei 'na pizza 'n faccia... |
Già, il solito Manchester. L'Arsenal, tre settimane fa, era in corsa su tutti i fronti. Poi il Birmingham City gli ha soffiato la Carling Cup in finale; un istante dopo i Wenger Boys pareggiavano col Sunderland e fallivano l'occasione di soffiare due punti ai Devils, capiclasse in Premier, che perdevano dal Liverpool; ancora pochi giorni e il mago Lionel ribaltava il due a uno londinese e il Barça eliminava Arsène pure dalla Champions; infine, l'FA Cup. È il trofeo più antico nel mondo del calcio, emana un'essenza che profuma di tradizione e divinità pallonare e ogni sfida, per quella coppa, è qualcosa di fascinoso: se poi sono di nuovo Arsenal e Manchester United a giocarsi un posto in semifinale, il biglietto è già ripagato.
Quelli dell'Emirates, sul proprio biglietto, verseranno ancora una volta lacrime di rabbia e qualche maledizione per il solito Ferguson che rovina sempre la loro festa. Fabio da Silva e Rooney tratteggiano un due a zero perentorio che sembra proprio mettere in chiaro le gerarchie anche per la Premier. Solo questa resta ancora ad Arsène. Ma le probabilità sono contro di lui.
spiace mou, io segno |
E sono pure contro il Real Madrid, come andiamo salmodiando da diversi mesi. Ma da domenica quei numeri percentuali sono un pochino meno avversi alle mourinhiane intenzioni: ricordate che Benzema era pubblicamente snobbato dallo specialone perfino quando i blancos rimanevano orfani di Higuain? Eppure il francesino Karim non si è lasciato influenzare sennò da un sottile fastidio che gli fa da sprone e adesso non smette più di segnare. Al Bernabeu, contro l'Hercules che aveva vinto al Camp Nou un girone fa, il francese fa uno più uno e tutto diventa più facile per le meringhe reali.
Ma stavolta il controcanto catalano non arriva. Il Siviglia è sempre ostico, per i Guardiolas, e stavolta tanta sfortuna e un arbitro incantevolmente immaginifico hanno introdotto gli ostacoli necessari per fermare gli azul-grana sull'uno a uno. Messi segnava una punizione splendida il cui annullamento si situa a metà tra l'inventiva e l'incompetenza. Poi rischiava di farsi un danno serio a un ginocchio e, per chiudere la giornata in bellezza, centrava una traversa (impresa che Iniesta giudicava tanto bella da desiderare compierla a sua volta). Intanto, però, Bojan era entrato per Pedro infortunato e aveva fatto uno a zero. Tutto ok se non fosse che la sorte era così magnanima con il Siviglia che a Navas pareva brutto sprecare l'assist perfetto di Negredo: pareggio al 4' della ripresa. Il Barça non veniva premiato per la sua insistenza e si trovava addirittura a ringraziare che tutto fosse finito così, visto che il Siviglia aveva una clamorosa ultima chance.
Adesso il distacco è di cinque, tra quelli del Camp Nou e la Casa Blanca. Ed è di ieri la notizia di organi di stampa spagnoli secondo cui Emiliano Fuentes (Doc Doping) collaborasse con il Barcellona che, quindi, falserebbe le prestazioni dei suoi atleti. Sembra un tentativo un po' triste di destabilizzare l'ambiente dei Campioni che, all'istante, hanno promesso querele. Comunque, staremo a vedere. Fattostà che c'è ancora una Liga da giocare.
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