mercoledì 9 novembre 2011

uno, due, tiè!

Uno...



... due...


... e il gran finale!

lunedì 24 ottobre 2011

why always me?


Mariolone bello, non è che tutti ce l'hanno con te, vedi? Il fatto è che sei come un film di Chaplin! Tutti ci andavano al cinema, certo, sperando che i contenuti fossero riflessivi, commoventi, critici, profondi... ma soprattutto erano certi di pisciarsi dal ridere! E con te è uguale, uno l'occhio nei cazzi tuoi ce lo butta sempre – perdonami la battuta da caserma proto-razzista – perché sono belli voluminosi, ingombri di interesse e poi non ti dico le risate! E prima sfasci la Ferrari, poi vai a spasso con il boss, ogni due per tre ti sgamano con la velina, come ti giri litighi con un passante, cammini per Milano e spari ad altezza d'uomo, capita pure che sorridi beato con la maglia della squadra rivale di quella che ti paga, mettici su che non è esattamente che le mandi a dire agli allenatori... se ti metti a scherzare con il fuoco, in casa, solo per farti due risate tra amici e finisce che i pompieri devono intervenire prima che venga giù il quartiere, capisci bene che ti guardiamo con un sorriso?
Non è malizia, certamente non ci stiamo accanendo, ti dirò di più: la verità è che delle gioconde cazzate che combini tu, almeno una, la vorremmo poter imbastire noialtri, per una volta. E tutta 'sta invidia la mettiamo a tacere col godimento di veder godere te, ecco tutto. Non te la prendere, suvvia, capisco la tua maglietta polemica [se ne volete una, ovviamente ora è in vendita, tipo qui], ma alla fine dei conti noi che ti rompiamo le scatole siamo gli stessi che guardano incantati te e la tua cresta intimarci il silenzio, dopo che avete aperto le danze sul cadavere in pectore del ManU – e pure all'Old Trafford – con un gioiello di bellezza che trancia le par.

6-1. Seiauno!!! E no, non scriverò gioco-partita-incontro né contribuirò alla diffusione di altre amenità logoro-tennistiche. Mi inchino, piuttosto, al genio titolatore della BBC che racconta di aver visto 90 minuti di Six and the City.
L'amico della Regina, ma tirate le somme più amico del vino ai pranzi regali, Sir Alex mastica cinquecento cicche – non potendo fumarle – e quando finisce il dramma si guarda attorno più rosso del solito e ci sussurra, mentre se ne rende conto, di aver patito la sconfitta peggiore da che sta al mondo, che è più o meno lo stesso che dire da quando sta sulla panca dei Devils.
Tentare di immaginare come si sia sentito e continui a percepirsi ora il tifoso citizen è roba per esclusivi eletti altrettanto cittadini: trascorri l'intera vita a odiare i cugini che vincono e stravincono e intanto a chiederti nel buio della tua cameretta – senza mai confessarlo nemmeno a tua madre – perché nelle tue vene da operaio del nord non scorra pure sangue red, che certo non saresti così fascinosamente genuino ma almeno sapresti cosa vuol dire nella tua lingua to win; poi un giorno arriva la globalizzazione, vestita da sceicco arabo, e riempie anche le mura del tuo stadio (e non solo e sempre quelle dell'altro) di soldi color petrolio ma non per questo meno buoni, anzi, e tu fai buon viso a cattivo gioco; quando diventa buono pure il gioco, perché, a forza di comprare campioni e dar loro allenatori, una squadra vera la costruisci anche, già non ti sembra vero di trovarti in testa alla classifica; se poi respingi l'assalto dei soliti rossi, schiantandoli in questa maniera e pure nelle loro stanze, beh, vuoi vedere che il godimento del Six è anche meglio di quello della versione originale?

mercoledì 5 ottobre 2011

domande che uno proprio non può non farsi...

Ero lì che mi dilettavo con l'abaco, per capire com'è che nemmeno la somma di entrambe le classifiche milanesi si avvicini poi tanto alla vetta della serie, e – non avendo adempiuto affatto alla questione – ben altri intriganti questionari approfittavano della mente girovaga per intromettersi in luce.

Stando che, ovviamente, nemmeno per quelli incappai in risposta, li sottoporrei alla di Voi.

Mi sapreste dire perché...


  • ... non sopporto il capelluto indolente che (non) gioca nella Fiorentina, ma mi trovo costretto a gridare a pieni polmoni: «IO STO CON MONTOLIVO!» dopo aver sentito il suo parere su Nocerino e il Camp Nou?
  • ... se l'Inter perdeva con l'uomo in meno, Mourinho faceva le sue piazzate, tipo la simulazione plateale di un ammanettamento, e insultava la quaterna facendosi cacciare, e d'un tratto lo stadio pareva un saloon e i suoi uomini diventavano verdi e ribaltavano partita e avversari mentre ora, che quella parte la recita Ranieri, i nerazzurri si guardano smarriti chiedendosi: «perché quel vecchio sbraita?» ed entrano in campo ancora più molli di prima?
  • ... già che parliamo dello specialone, il Corriere di oggi 5 ottobre titola così?


Il dito, squalificano? E come fanno? Lo trattengono in tribuna mentre Mou va in panca? O sta direttamente in hotel e se la vede in tv?

  • ... a ottobre fa ancora 'sto caldo che perfino Ibra si stanca di trascinare il naso per i campi del pallone, che non è più bello come una volta, poveretto?
Bòn, se mi saprete rispondere, ve ne sarò.
Ossequi.

lunedì 3 ottobre 2011

impressioni per forza di corsa

Dice uno scopre il calcio. Succede in quel modo che, quella volta – la primissima – che posa l'occhio sulle 22 coppie di gambe incrociantisi, quel brulichio variopinto di colori in campo verde gli gusta non poco e in un amen, al massimo in una settimana, eccolo che ci ricasca a posare l'occhio sul fòbal e bum, ce lo siamo giocati, sarà schiavo del cuoio per tutta la vita ma più ancora per il cuore.

Ecco, a quell'ex-poppante lì, vuoi perché alla foggia da spettatore ha coniugato alla bell'e meglio quella da protagonista (al massimo nel praticello dietro casa, facciamo a capirci), vuoi perché comunque il primo dei due ruoli l'ha portato in scena quelle cinque/seicento volte, alcune impressioni del meraviglioso gioco del sono rimaste volenti o dolenti marchiate sulla pelle. Quindi, attraverso le impressioni di cui, vi andrò a spiegare il perché e il percome della sesta giornata di A, che poi è la quinta e bòn, tocca abituarcisi.

La prima orma sulla pelle inscritta dalla palla da calci racconta di una legge che, più la leggo e più me ne convinco, tenderà a permanere immutata per le future generazioni di bimbi con la cresta e i piedi incantati. Codesta legge e l'impressione che la canta ci costringono a partire in retromarcia, nel narrar le gesta calcio-italiche di appena iniziato ottobre: Juventus Stadium, sì? Domenica sera, chiara la scena? Silenzio, recito l'adagio (non perché non sia scontato come gli abiti estivi a luglio ma perché, dedotto lo sconto, a qualcuno dei protagonisti non pare affatto così lampante): «Al giuoco del calcio, se non corri non vinci». Corollario alla definizione: «Come detto, ma anche difficilmente pareggi, più spesso Bonera ci fa una figura magra anzichenò». Adesso potremmo star qui a blaterare che:

  • La Juventus è matura, affamata, umile, rinnovata, atletica;
  • Il Milan ha troppi infortunati e andrà giudicato solo dopo la sosta;
  • È l'anno della Juve: ci ha lo Stadio nuovo di zecca, ci ha Conte che – chissà chi l'ha deciso – è un predestinato, ci ha la simpatia di quelli tutti belli ripuliti perché – poveri – gli è toccata la seriebì e lo scudetto del 2006 insomma proprio non glielo vogliono ridare, ci ha questo, ci ha quello.
A me quel che rimane addosso si riassume nella sensazione che, da qualche anno, contro il Milan, basta correre un tantino, che poi a quelli il culo gli si abbassa tanto quanto a Seedorf. Ah, no, pure un'altra cosa. Se quando ti giri verso lo schermo le immagini ti sorprendono con un 21 che, prima di realizzare che la trasmissione non è in bianco e nero, ci metti i tuoi bravi cinque secondi, benvenuto nel club dei nostalgici; smettila pure di pizzicarti, tanto quello è proprio Pirlo e non è un incubo.

Il pomeriggio domenicale mi ha annoiato, ha fatto gol Giovinco, di più non so. C'era pure la Ventura a Sky in Campo, vi pare che si potesse sopportarre la diretta?

Il sabato sera mi sa che non ha annoiato nessuno, al massimo ha fatto scendere le palle ai nuovi fan, loro malgrado, di Ranieri. Oh, Rocchi ne ha presa una? Facciamo mezza? Zanetti falcia in corsa Lavezzi, niente. Obi ruba la palla più cristallina degli ultimi 4 campionati e si piglia un giallo. Poi lo stesso omonimo di una catena di ferramenta (dotato calcisticamente tanto quanto) caccia una spintarella a Maggio – reo di essere più veloce di lui – ma ha almeno l'accortezza di farlo fuori area; Rocchi ne intuisce la malizia e lo caccia, fischiando comunque il rigore e cambiando la partita. A quel punto, i nerazzurri s'incazzano come biscioni e Rocchi Horror si mette a girandolare il giallo, ammonisce anche la zia di Chivu e, quando tutto sembra sedato – o raso al suolo –, caccia pure l'allenatore affratellato con Mourinho come le zucchine e la ghisa.
Si dirà, e sarà pur vero, che gli arbitri sono umani e sbagliano, esattamente come sbagliano i portieri, i difensori, gli attaccanti, i ragionieri. Ecco, a questo punto mi sorge un gargarismo di seconda impressione: se un attaccante sbaglia, se un difensore o un portiere sbagliano, perfino se il ragionier Fantocci sbaglia... ci rimettono loro, no? Perdono (va be', Fantocci parte perdente e perduto, ma capitemi). Ecco, su questa mia epidermide usurata dal troppo calcio, s'è tracciata la sensazione che, se sbaglia un arbitro, perde qualcun altro. E non mi pare così bello.
Tutti gli altri sport hanno intuito che alle telecamere riesce di testimoniare come i regolamenti non vengano fatti rispettare, così le hanno assunte e adesso le fanno lavorare per la loro credibilità (senza che gli arbitri abbiano messo il broncio). Al calcio questa rivoluzione copernicana non riesce. Del resto, scrivere una regola dev'essere questione ben faticosa. Che c'entra questa divagazione con l'impressione/legge di cui sopra? Semplice: le telecamere corrono più dell'arbitro, quindi vincono.
Sia chiaro, non che me ne freghi qualcosa di una Giustizia del Calcio, ma si smettesse di blaterare di facezie per ore, le orecchie del povero teleutente trovo ne gioverebbero. E forse apprezzerebbero di più – le orecchie e pure gli occhi – i gesti e le gesta, tipo quelli del Napoli.

O della Roma, che sembra aver trovato non dico la quadratura del cerchio, ma almeno quella del quadrato. Ecco, cos'è cambiato rispetto ai primi esperimenti di possesso palla asturiano? Figlioli, non vorrei ripetermi ma... quelli gialli ma anche rossi adesso corrono! Che correre con la palla, pure quando non ce l'hai proprio proprio tu ma uno con la maglietta come la tua, è una faccenda gioiosa, no? È per quello che esiste il gioco! Ti affanni, sudi, la tocchi, lui la tocca un po' pure lui, poi di nuovo tu e, se è l'istante dell'estasi copulativa (o orgiastica, nel caso del gioco corale predicato da Luis Enrique), basta una penetrazione per metterlo dentro. Dico il fòbal.

Insomma, impressioni. La Juve, la Roma, l'Udinese e il Napoli corrono. E godono. A Milano devono essere ancora tutti in ferie, con 'sto caldo di abbracciarsi e festeggiare non c'è voglia, figuriamoci di correre. Così Campioni e Cugini aspettano, come se nemmeno fossero partiti.


giovedì 22 settembre 2011

l'autunno della serie A

Si era d'autunno in un tratto e come d'incanto, un salto di siepe, il calcio, da noia che era d'estate, passò a tramutare in sublime malìa, tessuto d'abbaglio, magia, magia. Me lo ricordo. Era la stagione '78/'79.

Quest'anno, invece, sia detto senza offesa per nessuno – tanto se non siete d'accordo vuol dire che non capite una beata di fòbal o che siete culès blaugrana, quel sorriso beato sul faccino non me la racconta giusta, e quindi non riuscite a non essere felici del mondo pallonaro tutto, in questo particolare frangente storico – quest'anno, si diceva, il calcio italico farà pena perfino ai messi alla gogna, ma tranquilli, solo fino a giugno.

Di veramente memorabile, pure 'sta giornata di mezza settimana, non ci regala poi granché. Se la ricorderanno giusto:
un figlio di Israele che deve aver sacrificato ovini come se piovesse, al suo Dio, se gli ci sono voluti 18secondi18 per spaccare la lastra all'incrocio dei pali dal cortile di casa sua, a Palermo;
e uno che di chi è figlio, nel dubbio, sarà il caso di non chiederlo agli interisti, ed è stato avvistato allontanarsi da Appiano Gentile con gli occhi gonfi – Nebuloni e gli altri cronachisti dicono di pianto, a me mi parevano schiaffoni – e non proseguirà oltre l'opera di affossamento della Beneamala-pazza-inter-amala. A tutti dispiace, in fondo in fondo, per com'è andata. Ma anche peggio potrebbe sempre fare Ranieri, quindi aspettiamo a disperare, hai visto mai ci si diverte ancora un po'?

Negli altri casi e campi, perlopiù, noia a sperpero. Innanzitutto per il Milan, che sarebbe Campione d'Italia ma sarebbe pure un'altra squadra, se giocassero gli infermi: tra i titolari di quest'ora ma un anno fa NON si reggono in piedi lo Svedese Zigano, il Papero in Berlusconi, Robinho va'comel'èbèl, Ambrosini&Gattuso (alzi la mano chi non sapeva già da prima che Ringhio aveva un problema nervoso), Boateng e Pirlo (no, questo no, questo fa il capitano di vascello altrove, ma che non si dica a Galliani che rinnovarlo, quel contratto, magari...). Poco, dite? Vi ho riconosciuto, sapete! Facile parlare, se le maglie son catalogne. Comunque, pare che El Sciaràui Stefano da Luxor non sia del tutto alieno alla cosa pallonara, almeno non quanto lo siano i suoi capelli dalla cosa estetica. E chissà che 'sta epidemia non regali almeno la gioia di un giovane spettacolo.

Il Napoli, bimbi belli, ha già vinto lo scudetto, no? Pure, vale ancora la regola di cui sopra: se in campo ci mandi chi di solito pulisce per terra, niente niente torni a casa col tabellino sporcato da quel tipo che, con il look del camionista che ha mangiato unto in trattoria, insiste nel presentarsi alle partite e pure a dare agli allenatori – impresa ammirevole – ragioni sufficienti per mettere punta uno a nome "Moscardelli". Chi è Mazzarri per intendere, almeno si limiti a non risponderci male.

Nell'attesa di vedere se Luis Enrique ci metterà meno tempo ad accorgersi che Osvaldo non è un attaccante di quanto ne ha impiegato Gasp ad ammettere con se stesso che Pazzini, invece, giocherebbe in qualunque 11, dalla mia Playstation alla finale di Champions, registriamo un pareggio Juventutis.

Il signor Gava di Arbitro ci aveva anche provato a fare un favore a Mirko, facendo finta sia di non vedere che Pirlo (sì, lo skipper di cui sopra) batteva e battezzava con palla in movimento sia di non aver alzato il fischietto a palesare al mondo un «fischio io» immediatamente ri-ingurgitato. Ma Vucinic insisteva parecchio, a furia di lagne e pestaggi toccava cacciarlo dall'erba rasata di fresco, come lo stadio, e il Bologna, per non saper né leggere né scrivere, il pareggio intanto lo inzuccava, poi si vedrà. La Signora si tiene un punto soltanto. E la testa della classe, con Genoa e Udine.

Lassù ci starebbe pure l'Atalanta di Denis la Peste in Carrarmato, ma lì attorno ballano altre vicende e, se proprio non resistete alla curiosità, preferirei faceste una telefonata a Doni, ecco.

mercoledì 21 settembre 2011

el niño! bella sòla!

Ok, ok... l'Inter è una mezza tragedia e tutto quanto... ma fidatevi, poteva andare peggio! Tipo? Guardate qua dove sono finite alcune decine di milioni di sterline...


giovedì 15 settembre 2011

Perdere la Treb...AHAHAH, no, non ce la faccio!

Momento momento momento! Fermi tutti! Trebisonda? Sul serio? No, dico: la squadra dalle righe verticali accoppiate – in spregio a qualunque stilista – in nero e blu, quella tanto ambiziosa da divenire comica per le sue disdette, non era sepolta sotto le vittorie mancinian-mourinhiane? Moratti non era divenuto il presidente trionfale, il viandante spendaccione ripagato di tutti i sacrifici?

Sarò io, ma ben mi ricordo quando, ogniqualvolta si osava immaginare una Débâcle ignominiosa e fantozziana, l'Inter andava anche oltre le aspettative appollaiate e consegnava i suoi tifosi al ludibrio milanista/juventino. Ma poi era venuta Calciopoli, poi gli Onesti, poi la Champions... tutto alle spalle. O no? Perché, davvero davvero, permettere al giornalista, che non credeva lecito sperare in tanta grazia, di titolare «L'Inter perde la Trebisonda» è cosetta che lascia senza fiato, per quanto assomiglia a una sceneggiatura tragicomica: tutto il resto – la Disputatio Gasperinis, la Roma che si farà il prossimo weekend a Milano, le tre sconfitte su tre uscite stagionali – passa in magari fosse secondo, magari fosse terzo, direi che passa all'attico.
Trebisonda! Ecco dov'era!