martedì 1 marzo 2011

pato nell'88 nemmeno era nato. per dire.


Ok, avete fatto partire il video? Adesso non prendetevela con me, una settimana a tirar per aria paragoni con il 1988 e le sfide tra Milan e Napoli, Gullit e Maradona e compagnia bella, e alla fine era giusto che vi fosse ricordato che questo passava l'88. Gimmi faiv, olràigt e via andare.

I primi quarantacinque minuti della nottata sansirese dovrebbero averci fatto morire in gola tutta quella suggestione di farne una vicenda lunga 23 anni. Di fronte alle glorie di quegli anni, all'epos che solleva solo vederne la grana di un fotogramma, lo scempio del primo tempo di Milan-Napoli 28 febbraio 2011 è una resa, da parte della serie A, del tanto sventolato blasone di "campionato più bello del mondo". Che, peraltro, nei 90s è diventato "ok magari non il più bello ma certamente il più difficile". E adesso non è un bel nulla. Ma anche basta con l'andazzo stile ah i bei tempi andati. Adesso c'è Pato.

Nell'intervallo il Milan deve aver fatto cadere un occhio sulla classifica e, dita al pallottoliere, si direbbe abbia guantato la decisione di correre sul serio. Il Napoli, ecco, il Napoli no. E la differenza sta tutta qui, soprattutto se a correre più furioso degli altri è un certo papero di 21 anni che viaggia con una media vicina a due gol ogni tre partite, quest'anno.

L'ex-lanciere ma tuttora granatiere Van Bommel suonava la carica due volte nei primi due minuti. Forse per questo spavento che alzava la polvere, pochi istanti dopo Ibra rischiava di scalciare Cannavaro, Aronica saltava scomposto, il suo braccio (cuore ingrato) colpiva palla e testa proprio di Pato, Rocchi fischiava. Fate voi i moviolisti, figuratevi a me cosa importa. Comunque Ibra, fino ad allora suddito presuntuoso di un'indolenza irritante, segnava e Mazzarri applaudiva in livornese (bello piccante, come il cacciucco, ma condito a sarcasmo). A quel punto il Napoli fa le fiamme sull'erba. E invece no.

Mentre Boateng entra e spacca la partita solo con i muscoli del collo, Pato sguscia dovunque e traccia linee che spezzano la logica del prato. A un certo istante, te lo trovi galoppante sul fondo che manda in porta proprio il muscolone ghanese. 2-0. In quello seguente, si sta facendo tutto il campo contro due avversari, eccolo che aspetta Ibra – che continua a inveire contro di lui dal 1' – e pur di non servirlo dipinge una meraviglia oltre De Sanctis. 3-0, spegnete pure le Luci a San Siro. Ah, prima qualcuno chiami Cavani e gli dica che non si disturbi a venire, che è già finito tutto.

E ci vediamo da Allegri: organizzava una spaghettata a Livorno dalla panchina e, di nuovo a più 5 dall'Inter, non dubitate che ci saranno anche vino e musica. Gimmi fàiv...

Nessun commento:

Posta un commento