Avete presente quando, oramai imbattibili artigiani del vostro videogame pallonaro preferito, riuscite a costruire una squadra perfetta e il vostro gioco spumeggiante vi consente di asfaltare ogni rivale che il gioco vi opponga nel campionato virtuale? So che sapete di cosa parlo: dopo l’iniziale esaltazione, magari condita dalla vostra telecronaca che scimmiotta quelle celebri di Sky e incorona i vostri ragazzi come undici Palloni d’Oro, arriva la consapevolezza che tutto è troppo facile e, senza sfide, insorge la noia. E qui entra in scena il Barça di Pep Guardiola: un gruppo di giovanotti con del genio misterioso nei piedi e il vizio di segnare cinque gol a partita (qualcosa di più: 26 nelle ultime cinque gare!). Ma soprattutto, e ringraziamo i vari dèi cui vi affidate, i blaugrana sono una fonte di spettacolo praticamente inesauribile e di spettatori annoiati dopo una loro uscita i libri di storia non riportano notizia.
Sabato sera era derby di Barcellona, al Cornellà l’Espanyol ospitava i campioni. I biancoazzurri sognano la Champions, ma difficilmente gli servirà aver giocato con i concittadini: undici folletti impegnati a mettere nel sacco i regali per i loro fedeli, come comanda Babbo Guardiola. Alla fine ne incartano cinque, segnano due volte Pedro, due Villa e pure Xavi. Mentre Villarreal e Valencia rafforzavano i loro terzo e quarto posto e l’Atletico Madrid ne dava tre al povero Malaga, quelli in Bianco Reale avevano ventiquattr’ore per innervosirsi, grazie all’ennesimo saggio di forza dei rivali.
Ed erano nervosi, altroché, quando al Bernabeu è sbarcato il Siviglia. Partita dura, parecchi calci e poco gioco, questa volta il Madrid non ha la forza di rispondere per le rime ai catalani. Carvalho viene cacciato con due gialli nel groppone, e in dieci uomini le sirene di Barcellona alzano il loro rumore. Ma Mourinho ha un Angel custode, di cognome fa Di Marìa e se finisce uno a zero è per un suo regalo. Non occorrono regali, invece, al sempre modesto tecnico portoghese per dare spettacolo in conferenza stampa. Evidentemente doveva essergli giunta voce dell’ira di Benitez e poteva lui essere da meno? Dopo la vittoria, Mou si presenta con un A4 pieno di errori arbitrali, a suo dire a danno delle Merengues. E via di polemiche contro tutti, in primis contro i dirigenti stessi del Real, rei di non difendere la loro squadra.
Mettiamola così: il Real resta a meno due, davvero poco da invidiare al Barça. Questo almeno sul campo, quanto a stile, invece…
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