martedì 22 febbraio 2011

il rafa furioso

Ehi, avete sentito Rafa? Vedi un po’, quanto se l’è presa! Quello lì sarebbe il pacioso Benitez, quello con la pancetta simpatica durante gli allenamenti, il tipo che tutti incolpano per l’Inter che balbetta? Mica ha aspettato di perdere ancora in campionato, no. Alla conferenza stampa dalla cima del mondo, ha svuotato il caricatore, ché da lì sopra ti vedono tutti. “Voglio rispetto e supporto. Per questo allenatore, nonostante le promesse, è stato speso zero, niente. Tre possibilità. La prima: comprare giocatori; la due: andare fino a maggio senza progetti e un solo colpevole; terzo: parlare col mio procuratore e trovare una soluzione diversa”. Hai capito il Rafa! Parla dopo una finale, come Mourinho, e ribalta i rapporti di forze, incolpando la società. Questo almeno, secondo me. Secondo tutti i commentatori tv, è solo un pirla che cerca un alibi. Mi lasciate dire che, se fosse stato lo Specialone, el siòr Moratti avrebbe già sciolto, ma che dico, tagliato con una scure il gordiano nodo al danaroso borsello? Ma eravamo qui per parlare di Serie A, avete ragione.

Terremoto natalizio, lassù: solo sei giorni dopo essere stato celebrato come forza unica del torneo, il Milan ospita una rivale e perde di nuovo. Proprio come contro la Juve, e similmente nei modi. La Roma si chiude, colleziona tipo zero tiri in porta, ma invece Abate tira addosso all’ex Borriello e finisce 1-0 per i lupetti. E i rossoneri se n’erano mangiati, di gol! Almeno un paio di volte Ibra, una pure Robinho. Ma è il calcio, bellezza, mica una partita di bridge: se non corri, puoi salutare e ringraziare. La capitale giallorossa si issa così a meno 7, ma è quella aquilata che fa anche meglio. Come pranzo domenicale, la Lazio si pappa l’Udinese, anche se con qualche boccone insidioso. Partita con poco ritmo ma tanti errori, la palla dondola spesso vicina alle linee di porta e non disdegna di superarle, pure. Finisce 3-2 e Olimpia rivede le maglie rossonere a portata d’artiglio, buon per Reja.

E per Mazzarri, perché lì accanto c’è pure il Napoli. Battuto il Lecce, ma Cavani è sostanzialmente illegale, se può prenderla quasi sulla linea di mezzo, al terzo minuto di recupero, far fare la figura dei birilli a quattro avversari e scaraventarla nel sacco da mezzo chilometro. Mica lo chiamano El Matador a caso, mettici pure che ad ogni assassinio lo ripagano con tre punti, tanti quanti ne mancano dal Milan, e puoi star certo che a Napoli si stanno divertendo. Si divertono meno a Torino. Pure la Juve poteva passare le feste a meno tre dall’empireo, e invece. Invece la rovesciata di Quagliarella, un rigore parato da Storari, il raddoppio sfiorato in dieci sono solo un preludio: il pezzo forte è di Pellissier al giro di lancetta numero 93. Fetta di pandoro indigesta per Delneri a Chievo.

Scendiamo profondi in classifica. Sabato il Cesena faceva la voce grossa col Cagliari, i sardi di Donadoni spaesati dalla riviera romagnola, ne approfittava l’ex interista Jimenez e, per la salvezza, i bianconeri ci sono. Il Bari ultimo della carretta strappa un punto al Palermo, a dire di Delio Rossi rubando il rigore dell’1-1. Difficile dire se i pugliesi di Ventura possono risalire la china, almeno quanto dire delle condizioni di Brescia, Parma e Bologna. I primi perdono dal Catania, le altre fanno 0-0 tra di loro e tutte sono impantanate lì sotto.

Infine, metti una sera a Genova, pizza e derby della città. Contrordine, nevica, non mettere niente (nemmeno i teloni, a quanto pare).

Nessun commento:

Posta un commento