martedì 22 febbraio 2011

coerenza italia; tutte seconde. ma almeno la roma c’è

Ciao ciao Champions League. Grazie di tutto, arrivederci a dopo il disgelo. Terminate le sei (doppie) giornate, i verdetti sono definitivi e inappellabili. Le ultime sfide non stravolgono le classifiche dei gironi, così allo spettatore impoltronito non gira la testa e allo scommettitore affamato non scoppia il cuore (ma continuerà a mordere lo stomaco).

Nel girone A, martedì sera, restava da definire una formalità tutto sommato decisiva: i campioni in carica, che smezzano l’affitto di San Siro, andavano a Brema per battere un Werder ormai fuori da tutto. In palio, nell’ordine: il primo posto del girone, la gara della fiducia prima del Mondiale per Club, l’autorità di Benitez e – non ultima – la faccia. Perso tutto. Tre a zero, segna pure quell’Arnautovic voluto fortemente e praticamente mai impiegato a suo tempo dall’Inter. Il primato in classifica era accessibile, perché il Tottenham si fermava 3-3 con il Twente, ma invece niente. Al Mondiale, dire soltanto che l’Inter ci arriva con le ruote sgonfie è davvero voler tenere bassi i toni. Benitez, poveraccio, viene reiteratamente esautorato dal suo presidente, resta seduto lì ma non sembra più quello del fatto. Quanto al perdere la faccia, era stato proprio Moratti a esorcizzare con forza altre “figure del cavolo”: esorcismo vagamente imperfetto e Massimo si sente “tradito” dalla sua Beneamata.

Il girone B, invece, la sorpresa l’aveva regalata alla quinta giornata, quando lo Schalke aveva oltrepassato il Lione. In questa volata con arrivo a Benfica, bravi i tedeschi a confermarsi e a chiudere il girone in testa, francesi secondi, Europa League ai rossi di Lisbona. Nel girone C, udite udite, il Bursaspor porta a casa un punto! Lo strappa ai Rangers di Glasgow (1-1), ormai sicuri dell’Europa League. Stesso punteggio tra le due promosse, prima il Manchester United e poi il Valencia. Il Barça, parliamo del gruppo D, se non stupisce non gode: per battere il Rubin Kazan vanno in campo sette ragazzini del vivaio, trattano tutti la palla come Don Giovanni le donne e hanno negli occhi le imprese dei titolari, ad ispirarli. Anni di soddisfazioni attendono i tifosi blaugrana. Si qualifica anche il sorprendente Copenhagen.

La Roma, grazie al bel gol di Marco Borriello – e nonostante il pareggio subito nel finale – trova il punto che le serviva, contro il Cluj, e passa il turno alle spalle del Bayern che, peraltro, aveva affossato gli inseguitori dei giallorossi, gli svizzeri di Basilea (3-0). A Marsiglia, perde ancora il Chelsea di Carletto Ancelotti. I Blues passano comunque come primi – proprio i francesi secondi – ma qualche incantesimo andrà inventato, dalle parti di Stamford Bridge, dopo aver perso male anche il primato in Premier. Passeggiando sui resti dell’Auxerre (4-0), nel girone G, i Bianchi di Mourinho sono i meglio classificati della Champions (16 punti su 18); per il Milan, basta la metà dei punti, ma l’ultima rappresentazione a San Siro non è tanto carina: lo 0-2 dall’Ajax, che si garantisce l’Europa League, è un viatico poco incoraggiante per il campionato, oltre che un’altra bocciatura per Ronaldinho, quasi irritante nei suoi novanta minuti. Se toccava offrire al pubblico infreddolito un simile spettacolo, tanto valeva imitare Guardiola e regalare un’emozione ai ragazzini della Primavera.

Per chiudere la carrellata, l’Arsenal non aveva ancora chiuso i conti, ma stende il Partizan di Belgrado (3-1) e via, per gli ottavi ci sono anche quelli di Wenger (però in testa c’è lo Shakhtar, 15 punti). Mentre spolveriamo le palle per l’albero di Natale, mettiamo in soffitta il pallone stellato della Champions; lo useremo di nuovo solo dal termine di febbraio e una lacrima, all’esteta calcionaro, gli scende. Ultima appendice: se volete sapere quale, tra le prime della classe, toccherà in sorte a Inter, Milan e Roma, venerdì a Nyon si tratterà anche lì di palle: conterranno i nomi delle future avversarie europee.

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