Si rischia di diventare ripetitivi, se si sottolinea ulteriormente che la Liga è affare per due compratori soltanto. Del resto, Barça e Real non fanno proprio nulla per smentirci, semmai l’esatto contrario. I catalani, già sabato sera, tagliavano i ponti tra le due fuggitive e il resto del gruppo, affondando l’unica sfidante ancora in corsa, il Villarreal di Giuseppe Rossi. I gialli, rei di essersi presentati con fare spavaldo al Camp Nou di Barcellona, venivano portati a scuola di calcio da un signorino niente male di cui non so se avete già sentito parlare: si chiama Leo Messi e il suo primo gol, l’altra sera, è qualcosa di dolorosamente delizioso. Prima di lui, ad aprire le danze, era stato David Villa. El Guaje chiudeva un’azione in tre passaggi da mostrare ai ragazzini perché capiscano il bello del pallone. Un secondo dopo che il guardalinee aveva proibito inspiegabilmente a un gol di Pedro di essere iscritto come valido (per il 2-0), il Villarreal pareggiava con Nilmar. Nel secondo tempo, Messi indossava l’abito delle grandi occasioni, 3-1 e grazie tante. Tra le altre, Athletic Bilbao e Atletico Madrid consolidavano la posizione tranquilla in classifica con due belle vittorie. Siviglia e Valencia vincevano anch’esse, proponendosi per un posto nella prossima Champions League.
Nella sfida tra disperate, il Malaga batteva il Levante, ma l’ultima della classe è ancora e sempre il Real Zaragoza, sette miseri punti. Sorprendente la neopromossa Hercules che, a quota 12, sembra poter puntare a una salvezza tranquilla. E veniamo al Real. In settimana, guarda un po’, s’era parlato di Mourinho e della sua verve non facilissima da contenere, diciamo così.
Stavolta la questione aveva radici: il Real doveva affrontare lo Sporting Gijon. Quando questi affrontarono, perdendo, il Barcellona, Mourinho insinuò che avessero volontariamente schierato le seconde linee per favorire i blaugrana e spiegò che, con tali atteggiamenti remissivi, vincere il campionato per il Real non sarebbe stato semplice. Antipatico? Se chiedete al tecnico dello Sporting, Manolo Rebolledo Preciado, non userà termini così morbidi. Come non li ha usati giorni fa, in conferenza stampa, quando ha caricato l’ambiente e i suoi uomini raccontando a tutti quanto Mourinho sia un pessimo elemento. Tutti in campo, fischio d’inizio, e quelli di Preciado dei bei grattacapi alla capolista li danno, eccome. Ma a otto minuti dal termine, quando sembra che non sia serata e che Juan Pablo, portiere del Gijon, possa parare anche i sassi, proprio a lui sfugge un’imperfezione su tiro di Benzema e Higuain è un lampo a scrivere uno sul tabellino. Tre punti per le merengues e niente di nuovo sotto il sole spagnolo. Sale l’attesa per lo scontro al vertice, tra due giornate.
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