martedì 22 febbraio 2011

brodino caldo di serie a

Sabato pomeriggio. Me ne sto lì, con una coperta di pile rinvenuta in un armadio, ha ancora addosso l’aroma di sconfitta per il weekend che sto per perdere. L’umidità ha preso alloggio nelle stanze cadenti che un tempo erano state le mie ossa, e posso sentire il delicato salire le scale della temperatura corporea. E voi vi presentate al mio capezzale, anziché con uno squallido ma regolare brodino di pollo, con una giornata di campionato calda fumante. Penso: “Mi si prende per il didietro? Credete non abbia visto abbastanza, quest’anno, per sapere che la Serie A può solo aggravare il mio stato?”.

Mi guardate brutto, e giù di cucchiaio. Toh, non sembra tanto male ‘sto intruglio. Il primo sorso è così così, sento la fatica di trascinarsi dal fondo della classifica fino a Firenze. Per lo sforzo, il Cesena non ha potuto contenere Gilardino, pure lui una bella cura per i viola: 1-0. Ma già al secondo giro, il sapore migliora: stadio Olimpico di Torino, Juve-Roma. E via di incroci tra ex, Aquilani che non dorme una settimana per l’emozione di andar contro la Lupa – suo l’assist per la girata di Iaquinta, uno a zero – e Ranieri che promette vendetta da mesi per il trattamento riservatogli dalla Signora. Quel gusto un po’ retrò è il rigore di Totti. 1-1, ma bell’incontro. Domenica a pranzo, ancora stadio Olimpico, ma di Roma: ecco l’aquila, spiega le ali e raduna le truppe, la Lazio torna a correre. Più di tutti, corre Zarate, frustato in settimana da Reja. Mauro ne fa uno più un assist, il Napoli non sa più come prenderlo e finisce 2-0, con i biancocelesti ancora lassù per qualche ora. Alle 15, il gusto si fa variegato, arrivano tante spezie tutte insieme.

Mi avevate detto che il derby era di sera, invece ecco Palermo e Catania darsele di santa ragione e promettere l’anima a diversi dei, pur di superarsi. Diventa una delle partite migliori dell’anno. Purtroppo per gli altri, in rosanero c’è il prediletto del divino, Javier Pastore: l’artista chef ne prepara tre, di testa di destro e di sinistro, primo secondo e dessert. E i punti sono in ghiaccio (3-1). Tra Bari e Parma domina il gusto timoroso della Serie B, spezzato dall’urlo gialloblù per il destro volante di Candreva; successo per il Ducato, pugliesi boccheggianti con 8 punti. Le cucchiaiate un po’ scarse di sale, per carità, ci sono: Bologna e Brescia non raccontano granché, se non una girata di Di Vaio che aveva deciso che questa sfida salvezza non era cosa da lombardi; 1-0 non memorabile. Sempre meglio delle brutte scene del Ferraris dove, ospitando il Chievo, il protagonista per la Samp è Cassano. Che è a casa. Infatti, a furia di ricordarlo, passano 90’ e non succede nulla, 0-0.

A Cagliari sono i padroni di casa a fare la partita, così all’ultimo respiro i rossoblù segnano e vincono. Ah, no, gli altri rossoblù: i grifoni genoani, che reggono dietro e trovano tre punti corsari sulla testa di Ranocchia. Tra Udinese e Lecce (4-0) si vedono un’altra tripletta, made in Totò Di Natale, e una partita a senso unico; quello che non si vede è la difesa del Lecce, ammesso che ne abbia iscritta una al campionato (22 reti subite finora).

Quando si fa sera, il ricostituente mi ha tirato in piedi, do il beneplacito perché si accendano le luci di San Siro e mi trovo Diavolo e Serpentone che si fissano storto: mi volto un istante e c’è già Ibrahimovic, ma la maglia stavolta è diversa, che fa comparire dal cilindro se stesso con la palla in area. Per punizione, Materazzi tenta di azzopparlo, e già al 5’ Ibracadabra scrive il risultato finale, dal dischetto. Il resto è storia vibrante, tanta corsa e tante botte. La sciagurata espulsione di Abate porta ad erigere un fortino, che resiste fiero e senza troppi patemi. Milan meritatamente in vetta, Inter a meno 6, Moratti arrabbiato con Benitez e i rossoneri tutti Allegri (passatemi il brutto gioco di parole, sono ancora convalescente).

Nessun commento:

Posta un commento