martedì 22 febbraio 2011

portfolio della decima di A


Weekend trascorso su e giù lungo l’Italia del calcio, passeggiando su prati verdi. Ci portiamo a casa qualche foto ricordo e le scartabelliamo alla luce sapor camomilla dell’abat-jour, con le nostre braghette bianche striate dall’erba, proprio come quelle dei marcantoni ritratti sotto i nostri occhi. Primo scatto. È sabato pomeriggio, si vede il mister Malesani con le braccia larghe e un sorriso grande così: il suo Bologna ha appena raddoppiato, con Jimenez, il gol che Di Vaio aveva segnato solo un minuto prima. Con questa fiammata i rossoblù hanno steso gli ospiti del Lecce e si sono intascati tre punti d’oro massiccio, per la salvezza.

Secondo clic. Accanto all’ippodromo di S. Siro, non so se l’avevate notato, c’è uno stadio grandicello. Si chiama Giuseppe Meazza e sabato sera ci giocavano i campioni in carica, ospitavano il Brescia, ma forse dire “giocavano” è un complimento eccessivo: l’Inter andava sotto, beccata dall’Airone Caracciolo, e perdeva i pezzi, nelle persone di Maicon (guaio muscolare) e Samuel (rottura del crociato, quest’anno non sarà il centrale difensivo della Beneamata). Poi un dubbio rigore consentiva a Eto’o – e chi se no? – di pareggiare.

Per il terzo scatto abbiamo atteso l’ora di pranzo di domenica, a Firenze: si vede un ragazzino dai folti ricci che spinge la sfera di là dalla linea, sulla sua maglia c’è scritto Cerci e lì accanto a lui c’è Gilardino, in ginocchio dopo aver scardinato la difesa del Chievo. 1-0 per i viola.

La quarta inquadratura è d’autore: l’abbiamo presa al San Nicola di Bari, quel biondino che dà una capocciata in tuffo è Ambrosini, che è tornato in campo e s’è ripreso i gradi da capitano. È lui a fare il primo dei cinque gol del match, alla fine saranno tre per i rossoneri che vincono in trasferta, ritrovano al gol Pato ma buttano al vento una sporta di occasioni da rete. Per i baresi le belle ma pie illusioni sono firmate Kutuzov e Barreto. A Torino abbiamo scattato mentre Quagliarella si inchina su un cross e di testa fa due a uno per la Juve. Che aveva subito, all’inizio, il cesenate Jimenez, ma poi ha cominciato a coltivare lavorando sodo e ha raccolto con Del Piero, proprio Quagliarella e infine Iaquinta: 3-1 per la Signora.

Quest’altra inquadratura viene dall’Olimpico di Roma, ritrae l’aquila Olimpia che oggi viene trattenuta dal suo addestratore e non vola sul campo: cattivo auspicio biancoceleste. Infatti, agli aquilotti non ne va dritta una e perdono il derby subendo due rigori (Borriello e Vucinic le firme) e reclamandone uno. La Roma si rilancia eccome, per i laziali la consolazione è ancora il primato in classifica. Stadio San Paolo, il volto ritratto nel pieno dell’estasi gioiosa è quello di Edinson Cavani. Con due perle l’attaccante del Napoli e della nazionale Celeste ha permesso ai padroni di casa di passeggiare sui resti del Parma, la cui classifica è sempre più pericolante.

La fotografia successiva è sfocata, come il match tra Sampdoria e Catania, che si è risolto con uno zero a zero non certo storico. Un pari e patta anche tra Udinese e Cagliari (1-1), come ci racconta questo scatto splendido, il migliore della giornata: quel tipo che sta schiaffando la palla al volo sotto l’incrocio è Daniele Conti, ecco come si pareggia al gol del bianconero Floro Flores. Dopo il tramonto, sfruttiamo i riflettori dello stadio Barbera di Palermo, perché c’è da immortalare un assist che sa di cioccolato bianco: il tacco che lo modella è quello di Javier Pastore, il destro che lo consegna alla storia – e mette in tasca tre punti ai rosanero – è di Mauricio Pinilla. 1-0 ad un Genoa poco vitale.

Appena prima di metterci a letto, stanchi ma felici, archiviamo i nostri preziosi cimeli tra le pellicole trasparenti di un album e appuntiamo qualche didascalia: il Milan supera l’Inter ed è a meno due dalla Lazio, sempre là sopra a 22 punti. Per lo scudo tricolore c’è anche la Juve, a 18 con il Napoli. Fiorentina e Roma abbandonano i vicoli bui del torneo, dove sono sempre più invischiate Parma, Cesena e Bari: 8 miseri punticini, oggi sarebbero in B.

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